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Muffa sul legno, quali sono i rimedi efficaci?

Capire come eliminare il problema ed evitare che si ripresenti, districandosi nella giungla di informazioni presenti sul web

Approfondimenti | 19 ottobre 2020 - 5 minuti

Tante persone ci chiamano o scrivono per sapere come eliminare la muffa che compare sul legno. Le casistiche sono varie: c’è chi si trova della muffa sulle travi in legno, chi sul decking del proprio giardino o chi sui mobili di casa.

Se hai un problema simile anche tu e stai cercando di risolverlo, sei nel posto giusto.
Cerchiamo di capire insieme perché si può formare la muffa sul legno e quali sono i rimedi più efficaci.

Fattori di sviluppo delle muffe

Per parlare dei fattori di sviluppo bisogna prima di tutto capire cosa sono le muffe.

Le muffe sono degli organismi che fanno parte del Regno dei Funghi: sono generalmente costituite da sottili filamenti ramificati chiamati ife, le quali derivano dalla germinazione delle spore. L’insieme delle ife costituisce il così detto micelio.

Le muffe si riconoscono solitamente per l’odore pungente caratteristico e l’aspetto “spugnoso”.

Se vuoi approfondire ulteriormente la conoscenza sulle muffe, ti consigliamo di leggere il nostro articolo “Conoscere la muffa. Cause, problemi e soluzioni”. Qui ci limitiamo a riprendere alcuni concetti di fondamentale importanza, che ci permettono di capire quando e perché le muffe possono proliferare sul legno.
Vediamoli insieme.

Le spore fungine germinano soltanto in condizioni ambientali per loro idonee e alcuni fattori svolgono un ruolo fondamentale per il loro sviluppo:

  • temperatura.


È ottimale tra i 20 e i 30 °C, ma alcune muffe possono vivere anche a temperature più alte o più basse. Al di fuori dell’intervallo ottimale le ife non crescono ma conservano la vitalità e possono riprendere a svilupparsi se le condizioni tornano ad essere favorevoli.

  • pH.


È ottimale quello acido, tra 4 e 6, ma esistono specie che possono crescere anche in un range più ampio compreso tra 2 e 9.

  • umidità relativa presente nell’ambiente.


Le spore possono crescere sia all'interno che all'esterno delle abitazioni, soprattutto dove è presente umidità in eccesso.

Oltre a questi fattori che abbiamo appena elencato, le spore necessitano anche di un substrato idoneo, cioè una base che le possa ospitare e sia adeguata a supportarne la crescita. Il legno, in quanto sostanza organica, può essere un ottimo substrato per le muffe! Vediamo più in dettaglio alcuni aspetti.

La muffa e il legno

Abbiamo detto poco fa che le spore germinano soltanto in condizioni ambientali idonee (differenti da specie a specie) ma serve anche un substrato – cioè una superficie - capace di supportarne la crescita.

Per potersi sviluppare sul legno un ruolo fondamentale è ovviamente giocato non solo dall’umidità ambientale ma anche dal contenuto di umidità del legno: la maggior parte delle specie fungine necessita di un valore attorno al 30% per far sì che le spore germinino.

Tieni presente che il legno stagionato ha normalmente un contenuto di umidità attorno al 12%.


Muffa su decking.jpg

La percentuale massima di umidità compatibile con la crescita varia da specie a specie, ma quasi nessuna può svilupparsi in legni completamenti saturi d’acqua poiché i funghi sono per lo più organismi aerobi, quindi per poter proliferare necessitano dell’ossigeno presente nel legno.
A riprova di ciò, pensa ai relitti di velieri e vascelli affondati nei mari…hai mai pensato come fanno a mantenersi per secoli sott’acqua?

Tornando al concetto di umidità del legno, sappi che è possibile misurarne il contenuto attraverso un igrometro elettrico: l’analisi viene fatta inserendo nel legno due elettrodi e misurando la resistenza elettrica tra i due. Bisogna tenere presente che alti valori di umidità nel legno non sono sempre correlati ad un attacco fungino in atto, ma sicuramente manifestano una situazione ottimale per l’attecchimento di funghi.

Un fattore atmosferico come il vento ha una duplice azione, che può essere sia negativa che positiva. Esso, infatti, può trasportare le spore favorendone il contatto con il legno, ma allo stesso tempo il vento può diminuire l’umidità ambientale e il contenuto di acqua nel legno, sfavorendo la proliferazione delle spore.


Muffa bianca su legno.jpg

Il discorso fatto finora vale soprattutto per il legno esposto all’esterno, utilizzato per tetti, gazebo, recinzioni, rivestimenti e pavimentazioni. Anche sui mobili di casa, però, si forma la muffa!

Come abbiamo già accennato in precedenza, le spore possono crescere sia all'interno che all'esterno delle abitazioni.

Negli ambienti interni le muffe si possono formare a causa di un’eccessiva umidità ambientale, che può essere dovuta a:

 

  • scarsa ventilazione;
  • insufficiente isolamento termico;
  • infiltrazioni d’acqua.

 

Un classico esempio di scarsa ventilazione è dato dalla muffa che si forma dietro gli armadi.

Cosa succede in questo caso? Quando il calore generato negli ambienti chiusi entra in contatto con le pareti fredde si forma la così detta umidità da condensa. Se questa umidità si forma dietro ai mobili addossati alle pareti, essa rimane bloccata, perché non circola sufficiente aria per garantire una corretta traspirazione.

Et voilà! Ecco che si è creata una situazione perfetta per le muffe.

Quali danni provoca la muffa sul legno?

Nella maggior parte dei casi le spore germinano nei primi strati di cellule del legno e le ife penetrano meno di 2 mm, attraverso aperture naturali o provocate da altri organismi. Le muffe non degradano cellulosa o lignina - che sono le principali sostanze costituenti il legno - ma si nutrono solo di zuccheri e proteine semplici.

Bisogna tenere presente che le muffe si possono sviluppare anche su altri substrati legati al legno, come ad esempio carta, vernici, impregnanti o colle.

A volte può capitare che la muffa si formi tra il legno e il trattamento verniciante. Com’è possibile? Se il legno utilizzato non è sufficientemente stagionato oppure ha preso della pioggia e non è stato fatto asciugare bene prima del trattamento, è probabile che, con il passare del tempo, si possano sviluppare delle muffe sotto al trattamento.


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Aspergillus
Penicillium, Cladosporium e Gliocadium sono i generi che attaccano più frequentemente il legname in opera, soprattutto in ambienti dove l’umidità è elevata, come abbiamo già detto.

Presta attenzione, perché spesso le zone interessate dal degrado sono quelle a diretto contatto con la muratura o molto vicine ad essa.

Un caso particolare è quello dato dall’Aureobasidium le cui ife sono in grado di perforare il legno verniciato, fuoriuscendo verso l’esterno, per dare origine a fruttificazioni di colore scuro.

Dato che le muffe non degradano cellulosa e/o lignina, il legno infestato normalmente non subisce alterazioni meccaniche, ma soltanto cromatiche. Questi tipi di funghi, infatti, sono definiti cromogeni. Ciò non toglie che sia meglio eliminare la presenza di questi organismi, non solo per questioni estetiche, ma soprattutto per salvaguardare la tua salute. Devi sapere, infatti, che la diffusione nell’aria delle spore fungine può causare allergie o asma.

Dopo aver parlato delle cause e dei danni vediamo ora come eliminare il problema.

Come togliere la muffa dal legno

Come abbiamo scritto all’inizio di quest’articolo, molte persone ci scrivono o ci chiamano per avere informazioni su come eliminare la muffa che si forma sul legno. Le situazioni sono molto varie.

Di seguito cercheremo di raggrupparle per tipologie, ma è bene fare una piccola premessa sui sistemi di pulizia.

Sul web si trovano informazioni su svariati metodi e rimedi, ma non tutti sono realmente utili. Sicuramente quelli che danno maggiori garanzie di efficacia contro le muffe sono i prodotti a base di ipoclorito di sodio e quelli a base di acqua ossigenata (perossido di idrogeno).

Sebbene entrambi i composti abbiano specifiche pericolosità, se si vuole fare un trattamento fai da te, sicuramente è più indicato l’uso di ipoclorito di sodio perché è più facile da usare e più stabile, anche quando si usa diluito.

Va ricordato che questi composti vanno usati sul legno il meno possibile e solo quando è strettamente necessario.

Inoltre, ricordiamo che bisogna capire le cause della formazione della muffa: agendo su quelle si eviterà che essa si riformi in futuro!

Vediamo ora alcune casistiche.

Come eliminare la muffa su mobili, finestre e oggetti di pregio

Nel caso di comparsa di muffa su mobili o finestre puoi utilizzare della comune candeggina che contiene ipoclorito di sodio, disponibile nei supermercati.

Visto che stiamo parlando di superfici delicate è bene procedere per gradi.


Muffa su finestra.jpg

Ti consigliamo di fare una prima prova diluendo al 50% la candeggina che hai acquistato.

Successivamente tamponi le macchie di muffa con un batuffolo di cotone o una spugna imbevuta di prodotto diluito. Aspetta qualche minuto e verifica se le macchie sono sparite.

Se si sono solo affievolite puoi ripassare sulla superficie una seconda o terza volta, finché non noterai più le macchie. A questo punto ti consigliamo di risciacquare la superficie con una spugna inumidita per eliminare i residui di ipoclorito.

Se le macchie di muffa si trovano sul compensato che compone il retro dei tuoi mobili, puoi fare una prova con la candeggina direttamente pura.

Solitamente quando compaiono macchie di muffa sui mobili, esse sono presenti anche sui muri. Quindi non dimenticarti di rimuovere la muffa ovunque tu la veda, altrimenti avrai risolto il problema solo a metà.

Come togliere la muffa da travi e perline

Nella maggior parte dei casi la muffa che si forma su travi e perline si presenta in strutture poste all’esterno. I motivi possono essere vari: la copertura è rimasta esposta alle intemperie durante i lavori di realizzazione oppure ci sono delle infiltrazioni d’acqua. O ancora, la struttura è stata progettata male e l’acqua in alcuni punti ristagna oppure la struttura è stata posta in un ambiente molto umido.


Muffa su tetto in legno.jpg


In genere se l’attacco è blando e non è eccessivamente esteso, può bastare l’utilizzo della classica candeggina per bucato. Si può tamponare la superficie con un batuffolo di cotone o una spugna imbevuta di prodotto e dopo pochi minuti dovrebbero sparire le macchie di muffa. Meglio non strofinare la superficie per evitare di diffondere spore eventualmente ancora vive.

In caso di attacchi più estesi è bene utilizzare prodotti più specifici e professionali, come ad esempio Lignum Biosel. In questo caso meglio affidare il lavoro a un professionista.

Ricorda di prestare attenzione quando usi l’ipoclorito di sodio su legni ricchi di tannino (ad es. castagno o rovere): meglio effettuare delle prove preliminari di pulizia, altrimenti si rischia di peggiorare la situazione anziché risolverla. Questo è dovuto al fatto che il tannino può emergere in superficie e macchiare ulteriormente il legno, quindi ti potresti trovare a dover gestire sia le macchie di muffa che le macchie di tannino.

A questo punto forse ti starai domandando: “Questo discorso vale anche per travi e perline già trattate con impregnanti o vernici?”

In casi come questo è sempre bene effettuare delle piccole prove: inizia con una versione diluita del prodotto che hai scelto di usare. Se possibile, meglio fare la prova su una porzione di superficie poco visibile. In questo modo puoi verificare il grado di resistenza del trattamento, che a contatto con l’ipoclorito di sodio potrebbe opacizzarsi o schiarirsi.

Consigliamo sempre di contattare chi ti ha fornito il legname trattato o il produttore del prodotto verniciante, perché loro sono in grado più di chiunque altro (o quanto meno dovrebbero essere in grado!) di darti la migliore assistenza tecnica.



Muffa pulita con Lignum Biosel.jpg
Trave attaccata dalla muffa e pulita con Lignum Biosel


Nel caso di legni impregnati o verniciati ricordiamo che la muffa si può formare sia sul trattamento sia tra il legno e il trattamento. Nel secondo caso potrebbe non essere facile la rimozione dei funghi poiché il protettivo applicato agisce come barriera tra il legno e l’ambiente esterno, inibendo l’efficacia di un trattamento di tipo chimico. Se ci si trova in una situazione di questo tipo potrebbe essere necessario dare una lieve carteggiata alla superficie per eliminare il prodotto verniciante e effettuare la rimozione della muffa solo in seguito.

Come rimuovere la muffa da decking e pavimenti in legno

Nel caso in cui si abbia una pavimentazione in legno esposta all’esterno e non sia stata trattata con dei protettivi, si può utilizzare la candeggina pura o diluita a seconda dell’attacco fungino più o meno esteso. Vale sempre il discorso fatto in precedenza di non sfregare la superficie: meglio tamponare per evitare il più possibile la diffusione delle spore.

Nel caso il pavimento sia verniciato, oliato o impregnato è bene fare delle piccole prove per verificare la reazione del trattamento con il prodotto scelto.

Se la muffa compare su pavimenti in legno interni, bisogna prestare molta attenzione all’uso della candeggina. Meglio fare qualche piccola prova iniziale con una quantità molto diluita.


Parquet macchiato con candeggina.jpg
Parquet macchiato da ipoclorito di sodio: l'alone ovale è stato causato da un secchio che conteneva candeggina ed era bagnato sul fondo

Come togliere la muffa dal legno grezzo

Questo è probabilmente il caso più semplice. Se compare della muffa sul legno grezzo basterà utilizzare della candeggina (se il problema è molto contenuto) o un prodotto professionale - nel caso di attacco più esteso.

Dopo aver effettuato la pulizia seguendo le indicazioni che abbiamo già descritto in precedenza, puoi decidere anche di dare un lieve carteggiata per eliminare eventuali residui delle ife (morte) che possono essere rimaste nel legno.

Se stai pensando di dare successivamente un trattamento protettivo sul legno, presta attenzione che il legno sia ben asciutto e stagionato e non rimanga sulla superficie nessuna macchia sospetta.


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Cosa NON si deve fare in presenza di muffa su legno

Ora che ti abbiamo dato indicazioni su quello che puoi fare, è bene dire anche quello che non si deve fare quando si è in presenza di muffa.

Le persone che ci scrivono ci parlano dei loro tentativi di rimozione della muffa, fatti prima di contattarci. Nella maggior parte dei casi hanno usato prodotti e tecniche sbagliate.

Vediamo insieme cosa non si deve fare:

  • Non si deve spazzolare la superficie. Spazzolando non si fa altro che diffondere le spore fungine, senza ucciderle, aumentando la possibilità di una loro proliferazione.
  • Non si deve carteggiare. Il motivo è lo stesso del punto precedente: anche in questo modo si diffondono le spore. Questo caso è forse anche peggiore del primo, perché levigando la superficie si abrade la fibra, aiutando le spore a penetrare nel legno.
  • Non si deve usare l’aceto (o l’acido acetico). L’aceto non ha funzione fungicida e soprattutto, avendo un pH acido tra 2,3 e 2,9, modifica il pH della superficie a favore delle muffe: come abbiamo detto in precedenza, i funghi sono in prevalenza acidofili, poiché prediligono ambienti acidi.
  • Non si devono usare semplici detergenti. Un detergente ha la funzione di pulire una superficie, ma se non presenta specifica efficacia contro le muffe, il suo utilizzo è pressoché inutile.

 

Questi e altri rimedi fai da te che spesso si trovano sul web sono nella maggior parte dei casi inutili e talvolta anche controproducenti. A prima vista può sembrare che le muffe se ne siano andate ma in realtà queste torneranno appena la situazione ambientale sarà per loro idonea.

A proposito di situazione ambientale…non ci stancheremo mai di ricordare che si devono eliminare le cause alla radice.

Ecco alcune indicazioni utili per evitare la formazione di muffe:

  • assicurarsi che i muri esterni, le fondamenta, i sottotetti e l’attico siano isolati e ben ventilati;
  • mantenere all’interno dell’abitazione un’umidità inferiore al 50%;
  • non lasciare i vestiti stesi ad asciugare per molto tempo in ambienti chiusi poco ventilati;
  • cercare di eliminare fenomeni di condensa e, in presenza di condense, aerare frequentemente l’ambiente;
  • fare una corretta manutenzione di umidificatori, condizionatori e dei sistemi di ventilazione meccanica;
  • per quanto possibile, tenere i mobili distanziati dai muri;
  • proteggere il legno esposto alle intemperie con prodotti idonei.

 

Hai ancora qualche dubbio su come risolvere il tuo problema? Non esitare a scriverci!

 

Per approfondimenti:

 

Bibliografia

  • Degrado biotico del legno, M. Dalprà, Daniela Piazza Editore
  • La biologia vegetale per i beni culturali - Biodeterioramento e conservazione, G. Caneva, M.P. Nugari, O. Salvadori, Nardini Editore

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